19/03/2024
Direttore: Franco Liistro

ALLA SCOPERTA DELLA TUNISIA: FLORA, FAUNA E ARCHEOLOGIA SUBACQUEA

 

Tunisi. La Tunisia, con i suoi 1250 km di costa, è la destinazione ideale per gli amanti del mare, che si ami stare sopra o sotto il pelo dell’acqua. Infatti oltre alla stupefacente offerta di spiagge bianchissime la Tunisia offre ai suoi visitatori un mondo subacqueo incantevole. I luoghi più importanti dove è possibile fare immersioni sono Tabarka al nord e il golfo di Hammamet sulla costa orientale.

Grazie anche alla limpidezza delle sue acque, al suo litorale corallino in ottima parte ancora intatto, alle grotte e ai canali che s’insinuano nella scogliera Tabarka è il luogo migliore della Tunisia per fare immersioni. Qui si trovano fondali esplorabili fino a 15 metri di profondità, coralli rossi e neri, gorgonie, numerosi pesci e crostacei mediterranei. Ci sono una ventina di siti di immersione al largo di Tabarka, lungo la costa di Coralli così come in prossimità dell’arcipelago della Galite che offre siti stupendi per immersioni in acque cristalline in mezzo a vari rappresentanti della fauna marina nonché la possibilità di visitare il relitto di una nave mercantile affondata 1958.

Alcuni siti sono accessibili ai principianti come lo scoglio delle cernie, altri più in profondità riservano incredibili sorprese come ad esempio il relitto dell’Antico Porto. Recentemente il 78enne sommozzatore amatoriale belga Jean-Pierre Misson sostiene di aver individuato nelle acque territoriali tunisine, tra Tabarka e Cap Negro, un cimitero di sottomarini a circa 70m di profondità dove si troverebbero i relitti di sei mezzi della Royal Navy e probabilmente uno della Marina Militare italiana, affondati nel corso della seconda Guerra mondiale.

Proseguendo lungo il litorale tunisino, superando Tunisi e Cartagine troviamo la penisola di Cap Bon il cui promontorio si protrae a nord verso la Sicilia, che la ricorda anche nei suoi giardini che producono aranci e limoni perfino nel cuore dell’inverno. A Kelibia, il porto peschereccio della penisola, si possono praticare immersioni subacquee tra acque limpide e spiagge bianche di sabbia fine, considerate fra le più belle della Tunisia. Continuando a scendere lungo la costa troviamo Nabeul, a largo di questa splendida cittadina è stata recentemente ritrovata la città perduta di Neapolis grazie a condizioni di mare particolarmente favorevoli verificatesi nel 2017: un gruppo di archeologi subacquei ha potuto completare la mappatura di una vasta area di rovine sommerse di un’antica città romana, nota per l’appunto come Neapolis.

Le rovine si estendono su 20 ettari, circa 0,2 chilometri quadrati in cui è stata localizzata una rete di strade, di monumenti e di centinaia di strumenti che servivano per produrre il garum, una salsa di pesce fermentato che era un condimento molto popolare sia in Grecia che nella Roma antica. Molti indizi depongono a favore del fatto che il garum fosse anche un elemento importante per l’economia della città. Dall’attuale conformazione dei ritrovamenti gli archeologi hanno potuto dedurre che a causare la distruzione della città furono il terremoto del 21 luglio 365 d.C. e, soprattutto, il successivo tsunami: l’evento, registrato dallo storico Ammiano Marcellino, causò gravi danni anche sull’isola di Creta e ad Alessandria d’Egitto.

Proseguendo la discesa lungo la costa orientale si raggiunge Mahdia, antico villaggio fenicio successivamente chiamato dai romani Aphrodisium, custodisce uno dei siti più preziosi di archeologia sottomarina della Tunisia: il relitto di Mahdia, un galeone mercantile affondato nel I secolo a.C. e ritrovato all’inizio XX secolo, 6 km al largo di Mahdia, carico di opere d’arte ed elementi architettonici che attualmente possono essere visitati al Museo Nazionale di Bardo. Inoltre la zona è ricca di splendide scogliere e grotte sottomarine. Non lontano da Mahdia si ha la possibilità di esplorare vari relitti risalenti alla seconda guerra mondiale.

Continuando a scendere lungo il litorale si giunge a Djerba, penisola paradiso dei turisti in cerca di relax. Con i suoi fondali sabbiosi e non troppo profondi potrebbe ingannare e far credere di non avere una grande offerta per i subacquei. In realtà, la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato diverse tracce, costellando il fondale marino della zona di relitti. Per scoprirli, è necessario allontanarsi dalla riva di almeno 8 km e avere una buona esperienza nelle immersioni dato che per la visita è richiesta un’immersione di 20 m. Un altro relitto è stato localizzato a 45 m di profondità. Oltre ai relitti sono visitabili le rocce immerse che si prolungano fino a Ras Taguerness (al largo del faro omonimo) che ospitano cernie, razze pastinaca e spugne.

Il periodo ideale per le immersioni è settembre-ottobre, quando il Mediterraneo offre le acque più limpide. I principianti potranno tentare un’immersione in uno dei club tunisini. La sessione solitamente dura mezza giornata. Inizia con una lezione in piscina, e prosegue con un’uscita in mare, a 150 m dalla costa, con una profondità di 5 m.(Ros.Dal.)