28/04/2024
Direttore: Franco Liistro

MODELLI DI SUCCESSO SKODA GIA' NEGLI ANNI '30

 

Verona. Tra il 1929 e il 1934 fu prodotta la ŠKODA 645, alimentata con motore 6 cilindri a 45 CV per una capacità di 2492 cm³. I dettagli del motore fecero da spunto per il nome. La costruzione composita, costituita da un telaio in acciaio e un corpo di legno fu una caratteristica particolarmente pregiata per l’epoca. Furono realizzate 758 unità. Il modello nacque per un particolare gruppo di Clienti: la nobiltà e la ricca borghesia che potevano permettersi una vettura personale con autista.

Nel 1930 la società venne trasformata nella ASAP – Azienda a capitale sociale per l’industria automobilistica, al 100% di proprietà ŠKODA. L’obiettivo di questo cambiamento nasceva dal desiderio di incrementare le vendite e le esportazioni, creando anche una rete commerciale più capillare.

Dalle auto di lusso alle auto commerciali

La ricezione del nuovo obiettivo strategico portò all’introduzione di diverse variazioni,anche e soprattutto nello sviluppo di nuovi modelli. Il principale cambiamento avvenne con l’introduzione di un esemplare completamente nuovo. Nel 1933 ŠKODA presentò la 420 Standard, un quattro cilindri da 995 cc e 20 CV.

Il cambiamento rivoluzionario apportato dal modello era nascosto sotto la carrozzeria. La ŠKODA 420 era basata su un telaio moderno a trave centrale tubolare, con alloggiamento anteriore per il motore, che permetteva una consistente riduzione del peso della vettura.

La 420 Standard montava motore anteriore e cambio differenziale posteriore. Rispetto ai modelli precedenti, la differenza era di circa 300 kg. Grazie a questa innovazione tecnica, fu facile per ŠKODA ridurre i costi di produzione, presentando al Cliente finale una vettura più accessibile ma altrettanto robusta.

La base della 420 Standard fornì la struttura su cui si costruirono le successive generazioni di vetture della Marca.

ŠKODA Popular: un successo planetario

La prima vettura a ereditare la struttura della ŠKODA 420 fu la Type 418, detta anche Popular. La ŠKODA Popular è il primo modello della Marca ad avere una carrozzeria costruita attorno a un telaio e un nome identificativo oltre alla designazione numerica. Il nome scelto fu da subito all’altezza delle aspettative.

Nel 1934 su questo modello venne montato un motore da 903 cc e 18 CV, cambio posizionato vicino alla trasmissione sul fondo (in futuro verrà denominato sistema differenziale), sospensioni frontali a bracci trasversali e ammortizzatori a molla per ogni ruota. La ŠKODA Popular fu il primo modello a superare per la prima volta la soglia delle 5.000 unità prodotte in un anno.

In 12 anni la ŠKODA Popular venne presentata in diverse varianti (berlina, due porte decapottabile, semi-cabriolet, roadster a due posti e furgonato) e con diverse motorizzazioni, passando a motori da 995 cc e 20 CV fino a motori da 1101 cc e 32 CV.

Il successo della ŠKODA Popular arrivò anche grazie alla partecipazione a gare di endurance internazionali che dimostrarono l’affidabilità e la solidità della vettura, decretandone il successo sui mercati esteri (Asia e Sud America). In totale ne furono vendute circa 20.000 unità tra il 1934 e il 1946.

Nel rispetto della propria tradizione sportiva, il modello Popular fu arricchito anche da una variante da gara, la ŠKODA Popular Sport, che nel 1936 ottenne il secondo posto al Rally di Monte Carlo nella propria categoria. La Popular Sport “Monte Carlo” vinse, in seguito, diversi rally in Africa, Balcani e Sud America. Il modello montava sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, soluzione avanzata per l’epoca. Il design della versione da corsa fu ripreso per farne un modello commerciale.

Nel 1937, in versione sportiva venne prodotto anche un modello speciale, chiamato ŠKODA Popular Sport Coupé "Malá dohoda" (letteralmente “Piccola Intesa”), con motore 995 cc OHV a 27 CV. Il modello fu creato per celebrare l’accordo tra Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania, i paesi membri di questo patto.

ŠKODA Rapid: un nuovo modello

Partendo dalla struttura della Popular, ŠKODA presentò nel 1934 la Type 421, detto anche Rapid. La vettura era mossa da un motore a quattro cilindri da 1195 cc e 26 CV. Le qualità tecniche della vettura furono messe alla prova in sfide di resistenza, come il giro del mondo in 90 giorni e il Rally di Monte Carlo. Il modello Rapid contribuì alla crescita della fama della Marca.

Come per la Popular, della Rapid furono prodotte diverse varianti di carrozzeria e motore, tutte riconoscibili da un numero identificativo e il nome Rapid. Le versioni più vendute montavano motore da 1386 cc e 2198 cc. Le varianti di carrozzeria furono molteplici: berlina, decapottabile, “tudor” e utilitaria. Nel 1937 fu prodotta la ŠKODA Rapid Type 901, un prototipo con cambio semiautomatico e linee stilistiche non convenzionali.

Nel 1938 venne presentata la Rapid 1500 OHV prodotta in sole 110 unità. La Rapid OHV presentava motorizzazione con valvole in testa da 1558 cc, a quattro cilindri, e 46 CV.

ŠKODA Superb: un’ammiraglia degna del proprio nome

Il 1934 fu un anno ricco di lanci per ŠKODA. Dopo la Popular e la Rapid, fu presentato il modello Type 640, detto anche Superb. Negli anni ’30 e ’40, come oggi, il nome Superb rappresentava il più alto livello di comfort, spazio interno, qualità e affidabilità offerto dalla Marca.

Il modello Superb era lungo 5,5 metri e portava un motore 6 cilindri a 55 CV per una capacità di 2492 cm³. La Superb era caratterizzata da una moderna trasmissione a quattro rapporti di velocità, ammortizzatori a molle e sistema frenante idraulico. Del modello 640 furono prodotte solamente 201 unità.

Un totale di cinque tipi di ŠKODA Superb furono prodotti tra il 1934 e il 1949: Type 640 (1934-1936), Type 902 (1936-1937), Type 913 (1936-1939), tutti con denominazione Superb.

Nel 1939 fu presentata la Superb 3000 OHV (Type 924, 1938-1949), prodotta in solo 113 esemplari, con motore 3137 cc a sei cilindri da 85 CV, con valvole in testa. La Superb 3000 OHV raggiungeva velocità fino ai 120 km/h. Seguì a breve distanza una variante, Superb 4000 (Type 919; 1939-1941), con motorizzazione 3.991 cc.

Le versioni OHV costituirono la base per la realizzazione di veicoli militari nel periodo immediatamente successivo, coincidente con la Seconda Guerra Mondiale. Le ultime vetture della serie Superb continuarono a essere prodotte anche in epoca postbellica, fino al 1949.

Un prototipo avveniristico: la ŠKODA Type 935

La ŠKODA 935 fu un prototipo costruito nel 1935 che non vide mai la produzione in serie. Il modello fu emblema, all’epoca, dello spirito di innovazione della Casa in termini di aerodinamicità, peso e tecnologia di trazione.

L’esercizio tecnologico si presentava con basso coefficiente di resistenza (Cx) e forma aerodinamica, innovativo concetto di motore posteriore, posizionato sotto l'asse posteriore e carrozzeria fatta da un composito di alluminio/acciaio. Al suo debutto riscosse l’attenzione internazionale come dimostrazione delle capacità ingegneristiche della Casa boema.

La forma ricordava quella di una goccia, con il posteriore declinante verso il basso. Questo permetteva di raggiungere velocità elevate, fino a 140 km/h. Il peso a vuoto del veicolo era di soli 1.170 kg. Le dimensioni si attestavano a 4,86 m di lunghezza, 1,68 m di larghezza e 1,54 m di altezza. Il passo era di 3,20 m con spazio interno per cinque passeggeri. Il bagagliaio aveva una capacità di 300 litri. La ruota di scorta in posizione orizzontale nel bagagliaio serviva come paraurti aggiuntivo.

L’innovativo motore a quattro cilindri, raffreddato ad acqua, con cilindrata 1995 cm3 da 54 CV e due carburatori Zenith, era posizionato nella parte posteriore della vettura. Gli sviluppatori posero massima cura nella risoluzione di alcune problematiche dovute alla posizione retrostante del motore, come una risposta immediata e dinamica nella guida in salita, l’eliminazione degli odori di carburante e del calore nell’abitacolo, provenienti dal vano motore.

La forza motrice della ŠKODA 935 veniva trasferita alle ruote posteriori tramite una trasmissione elettromagnetica semi-automatica a quattro rapporti. Il serbatoio era posto sul tubolare centrale del telaio e aveva capacità di 40 litri.

Le innovazioni tecniche e i cambiamenti storici

Nella seconda metà degli anni ’30, gli ingegneri della Casa automobilistica introdussero diverse migliorie tecniche nella produzione e nella tecnologia interna delle vetture.

Nel 1937 ŠKODA adottò l’utilizzo di telai modulari a pannelli al fine di facilitare la creazione e la produzione di diverse varianti dello stesso modello. L’anno successivo fu adottato l’utilizzo di camicie dei cilindri in umido, un sistema che permetteva un raffreddamento migliore rispetto ai sistemi a secco: primato europeo per ŠKODA mantenuto per decenni.

Nel 1939, a seguito dell’occupazione nazista e della nazionalizzazione tedesca dell’impresa, la produzione si concentrò sul settore bellico. Lo stabilimento di Mladá Boleslav si convertì alla produzione di componenti per aeroplani militari, armi e, ancora, automobili.

In questo periodo furono conclusi anche altri progetti per mezzi di terra. Tra questi l’RSO (Radschlepper Ost) in grado di adattarsi perfettamente ai campi di battaglia fangosi del fronte orientale. Questo gigante dotato di un motore da sei litri (oltre 115 mm, corsa 140 mm) e da 90 CV riusciva a trainare quattro autocarri alla volta su terreni melmosi. Il veicolo fu munito anche di un piccolo motore a due cilindri e a quattro tempi raffreddato ad aria, atto ad avviare l’enorme impianto. A una velocità di 15 km/h consumava approssimativamente 200 litri ogni 100 chilometri.(G.C.)