20/04/2024
Direttore: Franco Liistro

L’AGA KHAN HA APERTO I LAVORI DELL’ “ONE OCEAN FORUM” DELLO YCCS

 

Milano. Il mare è malato, bisogna salvarlo. E’ quanto si è prefisso lo Yacht Club Costa Smeralda per festeggiare i suoi primi 50 anni di attività organizzando il primo One Ocean Forum internazionale in Italia che si è aperto  al Teatro Franco Parenti di Milano. Ebbene dallo svolgimento della prima giornata di lavori sembra proprio che lo Yacht Club Costa  Smeralda  sia riuscito a “smuovere le acque”.

Teatro gremito, tantissimi personaggi dello sport, del mondo scientifico e delle istituzioni internazionali si sono radunati per discutere i passi necessari per diffondere una nuova cultura  a tutela dell’ambiente marino che sta soffocando sotto 8 tonnellate di plastica che vi si riversano ogni anno e sotto l’azione acidificante del’inquinamento atmosferico causato dalle attività umane.

 Dopo tante parole spese negli ultimi otto mesi per convincere l’opinione pubblica sula necessità di affrontare il problema, ai molti buoni propositi sostenuti, in primis, dalla principessa Zahra Aga Khan, presidente di One Ocean Forum, sono arrivati anche i primi fatti concreti. Parte della giornata iniziale, infatti, ha visto protagonisti manager di alcune società che, senza attendere le grida di allarme, si sono dati da fare per trovare soluzioni eco sostenibili a difesa del mare e più in generale di risparmio energetico per ridurre la produzione di CO2 e dunque l’impatto sul ciclo vitale marino.

 Un esempio lo porta Alfonso Saibene Canepa che nell’azienda tessile comasca Canepa racconta come dai gamberetti sia stata ricavato un collante che a a soli 30 gradi di calore fissa la struttura del tessuto facendo risparmiare nel ciclo produttivo il 95 per cento di acqua e di energia che altrimenti servirebbe per la bollitura.

Daniela Ducato, fondatrice di Geolana, un’azienda edile sarda (“l’edilizia è il comparto più inquinante delle attività umane perché per l’85% utilizza derivati petroliferi”, ci ricorda), che produce e utilizza biomateriali isolanti e assorbenti riciclati dalla pastorizia (la lana delle pecore) e dagli scarti dell’agricoltura (p.es dei carciofi) con i quali non solo ha brevettato un nuovo tetto che risparmia 230 chili di CO2 pr metro quadrato, ma i manufatti assorbenti sono in grado di annullare l’effetto degli sversamenti in mare dei residui di combustibili e di oli esausti  causati dai mezzi di trasporto naviganti, da cui dipende il 25% dell’inquinamento marino.

 Iris Smith, invece, in Kenia  ha fatto diventare un business il recupero e riciclo artistico delle scarpe infradito di gomma, le uniche calzature che si possono permettere circa 3 miliardi di persone del Terzo mondo.  Nella sua “piccola azienda di casa” oggi dà lavoro a cinquanta artisti intagliatori che trasformano  questi accessori in sculture multi colorate di animali tipici africani, venduti  in negozi presenti in tutti i continenti.

Molte e diverse le Bst Practices che si possono raccontare, ma come ha sostenuto il grande velista Paul Cayard dal palco del teatro Parenti “anche io voglio fare la mia parte,perché come mi ha insegnato la mia vita in mare l’importante è fare squadra”.  E la squadra dello Yacht Club l’ha ben capito.

 Il Forum si avvale della partnership con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'UNESCO, SDA Bocconi Sustainability LAB e di numerosi patrocini di prestigio: The British Virgin Islands -BVI, Ministero dell'Ambiente, Comune di Milano, Regione Autonoma della Sardegna, CONI, SYBAss, Nautica Italiana, UCINA, Confindustria Nautica, Salone Nautico di Genova e Centro Velico di Caprera.

Mercoledì, 4 ottobre, verranno presentati i risultati dei “tavoli di lavoro dei sette Lab organizzati tra studiosi, rappresentanti delle istituzioni, associazioni private e di studenti, e alla fine sarò sottoscritta la “Charta Smeralda”, il nuoco codice comportamentale su cui lo Yacht Club si impegna a coinvolgere più gente e Circoli possibili in giro per il mondo.

Lo ha ribadito l'intervento di apertura del Presidente dello YCCS,Karim Aga Khan, sostenitore del progetto promosso dalla figlia, la Principessa  Zahra: "È nostro dovere impegnarci per ridurre l'elevato livello di inquinamento ambientale, cercando di ristabilire così l'equilibrio fra uomo e natura. […]. Alla fine di questi due giorni verrà presentata la Charta Smeralda, un codice etico e comportamentale. Il mio auspicio è che questo documento possa essere condiviso da quante più persone/istituzioni/associazioni possibili". (Rossella  Dallò)