27/04/2024
Direttore: Franco Liistro

ECCO LA DAKAR: UNA TORTURA LUNGA 9.000 KM; L’ULTIMA VOLTA PER PEUGEOT E PER…….. LOEB

 

Lima. Ci siamo! Tutto è pronto per la tortura di 9.000 chilometri  che presumibilmente avrà come protagonisti  i due Brand che hanno animato le ultime edizioni della Dakar.   9.000 chilometri  da Lima , in Perù, a Cordoba , in Argentina , la città dell’indimenticabile Jorge Recalde, lungo i quali Tiziano Siviero  e Marc Coma  hanno tracciato un “percorso che farà sognare e soffrire allo stesso tempo”.

Il percorso della 40^ edizione della Dakar é. Infatti. particolarmente impegnativo: 5 tappe sulla sabbia in Perù, 3 tappe ad alta quota in Bolivia con un punto culminante a 4.786 metri, poi la tappa maratona con circa 1.000 km di settori selettivi e la temibile prova di "Super Fiambala" in Argentina, che fanno già tremare gli equipaggi. In totale: 8.793 km, di cui 4.329km di settori cronometrati.

La Peugeot  vuole calare il tris di successi dal momento che per la Casa francese  si tratta dell’ultima partecipazione alla Dakar, conclusa questa avventura, igli uomini del motorsport della Casa del Leone si concentreranno  sul Campionato Mondiale Rallycross. Proprio per questo non si è badato….a spese   e nulla è stato lasciato al caso a partire dalla vettura  cui tocca l’onere di tentare  il tris vincendo la gara dell’addio.

La  3008 DKR Maxi, è più larga di 20 cm, per un totale di 2.400 mm, con una maggiore corsa delle sospensioni per creare più stabilità, nuovi sono anche  i triangoli inferiori e superiori della sospensione, le biellette e gli alberi di trasmissione. Il motore V6 Biturbo diesel è in grado di sviluppare 340 CV con una coppia monstre di 800 Nm a 5000 giri/min.

Vincere è l’imperativo  ma non sarà affatto facile e anche per motivi scaramantici  tutto il team si è imposto il basso profilo e la massima concentrazione a cominciare da Bruno Famin, il responsabile del  motorsport, :

“ Avendo vinto le ultime due edizioni e monopolizzato il podio nel 2017, il nostro obiettivo non può che essere che vincere questa Dakar 2018! Ma questa corsa non si vince certo in anticipo…L’edizione 2018 si annuncia come una corsa appassionante, ma molto lunga e non mancheranno le difficoltà. Il percorso è più lungo dell’anno passato e molto più difficile con grandi tappe su sabbia in partenza, che già potrebbero creare distacchi importanti. La tappa marathon di 1000 km sarà pure una grossa incognita e la parte finale in Argentina non sarà certo più facile. Aggiungiamo una concorrenza che ha lavorato intensamente e le modifiche al regolamento: non c’è dubbio che la corsa sarà dannatamente complicata!"

La concorrenza è pronta alla grande battaglia: la  MINI che  schiera uno squadrone con Miko Hirvonen, Nani Roma, Orlando Terranova, Bryce Menzies, Yazeed Al Rajhi, “Kuba” Przygonski  & Co e ben due soluzioni, il nuovo buggy due ruote motrici e la solita 4WD; la  Toyota, alla ricerca della prima vittoria nella Dakar, punta soprattutto sul pluricampione della World Cup Nasser Al Attiyah, fiancheggiato da Giniel De Villiers, il sud africano che da tempo vive di pane e Dakar,  e Bernhard Ten Brinke,  con il rinnovato Hilux pick-up.

La Peugeot  risponde risponde con  Stéphane Peterhansel (14 volte vincitore tra moto e auto), Carlos Sainz che la Dakar l’ha vinta nel 2010, Cyril Despres che quest’anno si è imposto nel Silk Way Rallies, arricchendo il suo palmares nel quale figurano cinque successi nella Dakar tra le moto, e Sébastien Loeb, il pluri campione del mondo rally che però alla Dakar non ha  ancora  avuto la fortuna dalla sua parte  e che molti accreditano come il candidato preferito, e prescelto,  dalla Casa, sempre se vittoria sarà. E Loeb se ne rende conto:

 "Per me vale il detto quest’anno o mai più !! E’ l’ultima possibilità di vincere la Dakar. L’anno scorso abbiamo visto che abbiamo la capacità di vincerla. La  Dakar… e’ lunga e devi fronteggiare tante cose a partire dalle dune, un tipo di terreno dove non ho grandissima esperienza, ed è un percorso che non mi è favorevole.”

 Troppi galli nel pollaio? Forse sì ma già in passato  Famin ha dimostrato  di saper tenere al guinzaglio i suoi piloti  e qualche volte la sorte  gli ha anche dato una mano per risolvere i momenti più delicati.(Angel Ramos)