29/03/2024
Direttore: Franco Liistro

E’ FINITA L’ERA MARCHIONNE……SCELTA LA LINEA DELLA CONTINUITA’ MA…..

 

Torino. Il passaggio del testimone era programmato per fine anno invece le condizioni di salute di Marchionne, in pochi avevano creduto a un semplice problema alla clavicola, hanno provocato una accelerazione degli eventi. La repentina convocazione dei CdA di FCA, Ferrari e CHN è stato il primo campanello di allarme   e nelle ore seguenti sono arrivate sempre più conferme delle gravi condizioni di salute di Sergio Marchionne.

John Elkann ha affrontato di petto la situazione dando il via alla ridistribuzione delle cariche e delle deleghe operative: il timone di FCA passa nelle mani di Mike Manley mentre l’operatività delle Ferrari è stata affidata a Louis Camilleri con presidente lo stesso Elkann.

Da tempo era iniziato il toto nomina in vista delle dimissioni a fine 2018 di Marchionne basandosi sull’affermazione di Elkann che il “nuovo” sarebbe arrivato dall’interno. In pista di lancio soprattutto Alfredo Altavilla, uomo molto vicino allo stesso Marchionne, responsabile FCA per i mercati EMEA. Una scelta che avrebbe garantito un certa italianità e avvalorata dalla carriera di Altavilla tutta all’interno del Gruppo ex torinese. Quando Montezemolo lasciò la Ferrari si era parlato di Altavilla presidente della Casa di Maranello in considerazione anche della sua passione….corsaiola. Invece Altavilla dovette accontentarsi di rilanciare il marchio Abarth.

Un po’ a sorpresa la scelta è caduta su Mike Manley che ha dalla sua il successo globale del marchio Jeep con vendite che hanno sfiorato, lo scorso anno, quota un milione e mezzo.

L’eredità che Manley si trova a gestire non è certo delle più semplici viste le difficoltà che stanno affrontando i brands storici e già in settimana è in calendario un CdA per valutare i risultati semestrali. Manley si trova tra le mani un piano industriale pluriennale, presentato recentemente da Marchionne, con più ombre che luci, in primo luogo l’impegno nell’ibrido e nell’elettrico che per anni Marchionne ha respinto come il diavolo con l’acqua santa  mentre ora è necessario recuperare un ritardo di anni con la concorrenza che di certo non perdona.

Marchionne ha seppellito la Lancia dopo una scelta scellerata di modelli ( dalla Thema in versione Chrysler, alla Flavia cabriolet di cui non c’è mai stata traccia sulle strade alla nuova Delta) e probabilmente anche il brand Fiat era destinato alla stessa sorte salvando solo la 500 e la Panda. Manley avvallerà queste scelte?

I due brand Alfa Romeo e Maserati che sono centrali nel piano industriale non stanno dando certo segnali confortanti: il traguardo di vendita di 400.000 Alfa Romeo e 100.000 Maserati è tutto da verificare. In più Manley dovrà affrontare il problema occupazionale e per la prima volta dovrò confrontarsi con le rappresentanze sindacali che, uscito di scena il “duro” Marchionne, ritroveranno nuove energie per riaprire tavoli di discussione.

Ma soprattutto Manley dovrà riuscire a far ritrovare a tutto il gruppo dirigenziale motivazioni e coesione di intenti: un altro ostacolo non facile da superare. La sua nomina ha sicuramente provocato delusioni e scontenti almeno al di qua dell’Atlantico e a Detroit?

A Maranello, con Elkann presidente l’operatività é affidata a Louis Camilleri, già presidente della Philip Morris. Camilleri era già nel CdA della Ferrari senza però incarichi operativi. Di certo Camilleri è un grande esperto di tabacco, di formaggini, di telecomunicazioni, nel suo curricula però la parola “auto” non compare, non è un neo da poco per chi si accinge a prendere il timone del Marchio di automobili più famoso al mondo. Sul ponte di comando della Ferrari c’è sempre più Philip Morris: oltre a Camilleri c’è Maurizio Arrivabene cresciuto proprio all’interno dei “tabaccai” e scelto da Marchionne per sostituire Stefano Domenicali. Sempre più Philip Morris…….non sarà per caso un segnale? (Franco Liistro)

 

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